La coverage ratio degli NPL è aumentata nel corso degli ultimi anni e sembra destinata a rimanere stabile nel prossimo futuro. È quanto emerge dal rapporto “Mercato delle transazioni NPL e industria del servicing” da poco pubblicato da Banca Ifis.
Si tratta di un segnale positivo a conferma della solidità del nostro sistema bancario, che si è dimostrato in grado di resistere alle pressioni generate dalla crisi pandemica.
Diamo ora uno sguardo ad alcuni dei dati pubblicati da Banca Ifis sulla coverage ratio delle banche italiane.
Per quanto riguarda i crediti in sofferenza, la coverage ratio è aumentata dal 49% al 54% tra il 2013 e il 2014, mentre negli anni precedenti si era sempre attestata intorno al 50%. A partire dal 2015 non è più scesa al di sotto del 60% e, in base alle previsioni, dovrebbe rimanere stabile almeno fino al 2024 compreso.
Un andamento simile si osserva anche per le inadempienze probabili (crediti UTP): se dal 2009 al 2014 la coverage ratio è stata mediamente del 22,5%, dal 2015 ha superato il 30%, fino a raggiungere il 41% nel 2018. Da allora non è più scesa al di sotto del 40%. Nel 2021 è arrivata al 44% e si prevede che per gli anni 2022, 2023 e 2024 si attesterà intorno al 45%.
L’aumento della coverage ratio nel corso degli ultimi anni è andato di pari passo con una riduzione sia delle posizioni deteriorate che delle inadempienze probabili. Il quadro complessivo mostra una gestione tutto sommato sostenibile del fenomeno, che ha senz’altro contribuito ad affrontare la crisi generata dalla pandemia.
Nonostante le previsioni siano incoraggianti, vi sono pochi dubbi sul fatto che gli NPL continueranno a porre nuove sfide, almeno nel prossimo futuro. Le moratorie sui prestiti concesse durante la pandemia sono ormai giunte al termine, le posizioni deteriorate sono destinate ad aumentare e si fa sempre più strada la necessità di intervenire con delle strategie di recupero efficaci e mirate.
Sempre secondo il rapporto di Banca Ifis, a fine 2022 gli Npe in Italia toccheranno i 369 miliardi di euro, per arrivare poi a 402 miliardi nel 2024. In un contesto del genere, è importante avere costantemente sott’occhio l’evoluzione del fenomeno e intervenire con gli strumenti che abbiamo a disposizione per tenerlo sotto controllo.
La cessione rientra senz’altro tra questi strumenti e, come abbiamo già sottolineato più volte, durante la pandemia ha dimostrato di poter fare davvero la differenza. Il ruolo ricoperto dai servicer si è infatti rivelato particolarmente importante nel garantire la stabilità del nostro sistema bancario.
CI NPL è la società del Gruppo Case Italia che si occupa di acquistare, gestire e recuperare pacchetti di crediti deteriorati in collaborazione con i maggiori istituti di credito italiani.
Il nostro operato si fonda su strategie di gestione degli NPL immobiliari sostenibili e concepite ad hoc, con l’obiettivo di massimizzare le possibilità di recupero e di preservare il valore dei crediti deteriorati.
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