Nel corso delle ultime settimane, le voci si sono fatte sempre più insistenti: Credit Suisse si troverebbe in serie difficoltà, tanto da rischiare il default.
Dal piano di ristrutturazione che verrà presentato il prossimo 27 ottobre, all’ipotesi di un intervento di salvataggio da parte della Confederazione svizzera, per il momento non è ancora chiaro quale sarà il futuro del gruppo bancario.
Nei prossimi paragrafi faremo il punto sulle numerose voci in circolazione, le opzioni più probabili e la plausibilità di un eventuale fallimento.
Benché Credit Suisse non navighi in ottime acque ormai da diverso tempo – nel corso degli ultimi due anni è stato oggetto di non pochi scandali finanziari – nelle ultime settimane la situazione sembra essersi fatta davvero critica, almeno secondo la percezione dei mercati.
Come riportato dai principali media nazionali e internazionali, i Credit Default Swap di Credit Suisse hanno raggiunto i 255 punti, salendo ai valori più alti dal 2009 e registrando un aumento di oltre il 460% da inizio anno. Detto in altre parole, assicurarsi contro il rischio di default della banca costa 4,6 volte di più.
Il top management è sceso in campo cercando di rassicurare clienti e investitori. Secondo le loro dichiarazioni, la banca sarebbe solida tanto da poter scongiurare una crisi di liquidità senza preoccupazioni particolari. Il calo vertiginoso del corso azionario sarebbe invece da attribuire a mere speculazioni perpetrate da alcuni grandi fondi di investimento.
Resta il fatto che la presentazione del nuovo piano di ristrutturazione è attesa per il prossimo 27 ottobre. Secondo indiscrezioni, il colosso bancario starebbe cercando di raccogliere 5 miliardi di euro entro quella data, procedendo tra l’altro alla vendita di alcuni immobili di proprietà. L’obiettivo potrebbe essere quello di evitare un aumento di capitale, opzione paventata nel corso delle ultime settimane ma che sarebbe preferibile evitare alla luce del crollo azionario.
Infine, se Credit Suisse dovesse effettivamente dimostrare di non essere più in grado di camminare sulle proprie gambe, non sarebbe da escludere un intervento di salvataggio da parte della Banca nazionale svizzera e della Confederazione, similmente a quanto già avvenuto a suo tempo con UBS. Agli occhi del Governo svizzero, Credit Suisse ricopre infatti un’importanza sistemica e l’eventualità di un default generebbe una serie di conseguenze a catena sul sistema economico svizzero e internazionale.
CI NPL è la società del Gruppo Case Italia che si occupa di acquistare, gestire e recuperare pacchetti di crediti deteriorati in collaborazione con i maggiori istituti di credito italiani.
Il nostro operato si fonda su strategie di gestione degli NPL immobiliari sostenibili e concepite ad hoc, con l’obiettivo di massimizzare le possibilità di recupero e di preservare il valore dei crediti deteriorati.
Per maggiori informazioni, visita il nostro sito e contattaci. I nostri esperti sono a tua disposizione per rispondere alle tue domande.