La guerra scoppiata in Ucraina a seguito dell’invasione russa ha dato seguito a una decisa reazione in seno alla comunità internazionale. Come sappiamo, uno dei principali mezzi adottati da Europa e Stati Uniti è costituito da una serie di sanzioni economiche finalizzate a far desistere il governo di Putin.
Tra queste, non mancano quelle destinate a colpire il sistema bancario russo, escluso in buona parte dal sistema Swift fin dalle prime fasi del conflitto. Benché l’Italia faccia parte del gruppo di paesi che sostengono le sanzioni, l’introduzione delle stesse sta sollevando non poche preoccupazioni anche nel nostro paese.
Oltre alla problematica riguardante la scarsità – e il conseguente aumento dei prezzi – delle principali materie prime energetiche, si stanno sollevando diversi punti interrogativi che riguardano l’impatto sul nostro sistema bancario.
Nelle ultime settimane, sono stati in molti a chiedersi quanto le banche italiane siano esposte alla Russia e se la loro stabilità potrebbe risultarne in qualche modo compromessa.
Fortunatamente, non parrebbe essere questo il caso. Secondo i dati riportati dal portale Finanza Online, l’esposizione verso la Russia dei nostri principali gruppi bancari sarebbe tutto sommato limitata. Nonostante Unicredit risulti essere la terza banca europea più esposta, l’utile derivante dalle sue attività in Russia nel 2021 ammontava a poco più del 4,5% del totale (180 milioni su 3,9 miliardi).
Ciò premesso, il rischio di un aumento degli NPL a seguito del conflitto russo-ucraino è comunque presente. Possiamo senz’altro ipotizzare che, in questo momento particolare, la situazione economica di una fetta importante dei mutuatari russi non sia delle più rosee. Potrebbero incontrare serie difficoltà a tenere fede ai loro impegni finanziari e ciò potrebbe avere delle ripercussioni anche sulle nostre banche.
Secondo quanto dichiarato dai principali gruppi coinvolti, non parrebbe però esserci motivo per ritenere che l’impatto degli NPL derivante dalla guerra sia destinato a essere particolarmente rilevante.
Delle previsioni sull’evoluzione del quadro NPL abbiamo già avuto modo di parlare nelle scorse settimane. Complessivamente, il nostro sistema bancario sembra aver retto bene alla pandemia e la situazione sembra destinata a rimanere più o meno stabile anche nel corso dei prossimi anni.
Questo però non significa che le sfide poste dalla gestione dei crediti deteriorati vadano sottovalutate. Se oggi la NPE ratio è sotto controllo possiamo ringraziare le strategie mirate che sono state implementate negli ultimi anni. Tra queste, spiccano in modo particolare lo strumento della cessione e il ruolo dei servicer, che con il loro operato contribuiscono a sgravare i bilanci degli istituti bancari da incagli e sofferenze.
CI NPL è la società del Gruppo Case Italia che si occupa di acquistare, gestire e recuperare pacchetti di crediti immobiliari deteriorati in collaborazione con i maggiori istituti di credito italiani.
Il nostro operato si fonda sull’ottimizzazione delle probabilità di recupero e sulla conservazione del valore, due obiettivi che possono essere raggiunti soltanto attraverso un’attività di gestione strategica e sostenibile.
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